Potresti andare in pensione prima e con più soldi: "Cambia tutto per le pensioni"

Immaginate di poter andare in pensione prima e magari con un bel po' di euro in più ogni mese. Ebbene, non è solo una fantasia per alcune lavoratrici italiane, grazie a delle novità legislative che potrebbero far sorridere chi si avvicina al meritato riposo dopo anni di lavoro.

Se hai 67 anni e hai messo da parte almeno 20 annetti di contributi, sei sulla buona strada per goderti la pensione. Ma attenzione, perché potresti avere diritto a qualcosa di più, soprattutto se sei una mamma lavoratrice. Grazie alla legge Dini, introdotta un bel po' di tempo fa, esiste infatti un bonus che permette di aumentare l'assegno pensionistico a seconda di quanti figli hai cresciuto, a patto che tu abbia iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 oppure che tu abbia scelto il sistema contributivo all'interno della Gestione Separata Inps.

I bonus in tasca alle mamme vengono calcolati in base ai contributi versati nel corso degli anni. Questi soldini vengono prima aggiustati secondo l'inflazione e poi moltiplicati per un certo coefficiente che cambia a seconda di quanti anni hai quando chiedi la pensione. Se hai tre o più bambini, per esempio, puoi usare un coefficiente più alto e quindi aumentare l'assegno pensionistico, come se avessi 69 anni invece che 67.

Se invece hai uno o due figli, puoi usufruire del coefficiente previsto per chi ha 68 anni. Naturalmente, prima di saltare di gioia e decidere di prendere questo bonus, è meglio sedersi e ragionare bene sulla propria situazione, perché la pensione è una cosa seria.

Pensionarsi prima: come fare?

Con il bonus pensionistico, alcune mamme possono pensare di lasciare il lavoro prima del tempo. Infatti, ogni figlio ti regala 4 mesi di contributi e puoi arrivare fino a massimo 12 mesi. In sostanza, una madre di tre bambini potrebbe teoricamente pensionarsi a 66 anni con i famosi 20 anni di contributi invece che a 67.

E non finisce qui: esiste anche la possibilità di una pensione anticipata contributiva, per la quale basta avere 64 anni e 20 anni di contributi. In questo caso, una mamma di tre figli potrebbe fare domanda per ritirarsi a 63 anni. Ovviamente, come per qualsiasi cosa che riguarda la burocrazia e i soldi, è sempre una buona idea chiedere consiglio agli organi preposti o a un consulente prima di prendere qualsiasi decisione.

Queste opzioni non sono solo numeri e regolamenti, ma possono rappresentare una vera e propria luce alla fine del tunnel per chi sta cercando di capire come e quando potrà godersi la pensione. Molte mamme lavoratrici potrebbero vedere queste possibilità come un'opportunità per pianificare meglio il proprio futuro, bilanciando le esigenze di lavoro e famiglia.

E voi, cosa ne pensate? Vi piacerebbe avere una pensione più alta o preferireste appendere il grembiule al chiodo un po' prima e rilassarvi? Siamo curiosi di sapere come vi immaginate il vostro futuro da pensionati!

"Una società che non rispetta i diritti delle donne è una società che non conosce il progresso", sosteneva Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina. La riforma Dini, con il suo bonus pensionistico per le mamme lavoratrici, sembra incarnare questo spirito di progresso e di rispetto. È un segnale, forse ancora troppo timido, di una società che cerca di riconoscere il duplice impegno delle donne, tra lavoro e maternità, e tenta di compensare, seppur in parte, il gap previdenziale che spesso le penalizza. In un mondo ideale, ogni madre avrebbe diritto a una pensione dignitosa senza dover scegliere tra la carriera e la famiglia. Per ora, ci accontentiamo di questi piccoli passi verso un equilibrio più giusto, sognando un futuro in cui le donne non dovranno più pagare un prezzo così alto per la loro naturale inclinazione alla vita.

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