Viggo Mortensen nel western che ti lascerà senza fiato: "I morti non possono far male"

Preparatevi a un viaggio nel tempo con "The Dead Don’t Hurt": il lato inedito del West attraverso gli occhi di Viggo Mortensen. La tradizione è stata scardinata e una nuova pagina sta per essere scritta nel libro del cinema.

Nell'epoca dorata di Hollywood, il West era il regno dell'uomo rude e solitario. Ma c'è qualcuno che ha deciso di cambiare le regole del gioco. "The Dead Don’t Hurt" è l'ultima scoperta cinematografica firmata da Viggo Mortensen, e fa molto più che stupire: ci invita a riflettere sulla posizione della donna in un periodo storico dove i pistoleri facevano legge.

La versatilità di Mortensen non ha confini: si immerge nella sceneggiatura, si fa carico della regia e persino della colonna sonora. Un vero tocco di Midas accompagnato dalla collaborazione di nomi come Regina Solórzano, Jeremy Thomas e di case di produzione quali Talipot Studio, Recorded Picture Company e Perceval Pictures. Dettagli curati e una qualità senza pari che si fanno portavoce delle esigenze dei più accaniti appassionati.

Sfogliando le pagine di un innovativo western moderno, ci imbattiamo nel debutto di "The Dead Don’t Hurt" che si è presentato in anteprima al Toronto Film Festival 2023. Il pubblico selezionato che ha partecipato all'evento non poteva fare a meno di notare la sua presenza, un presagio di ciò che sarà l'accoglienza nelle sale americane dal 31 maggio.

Con l'attrice Vicky Krieps in prima linea, il film non manca di prendere posizione su una trama femminista, collocata negli anni Sessanta del XIX secolo. Storie d'amore in mezzo a minacce si intrecciano con questioni di spessore come la lotta tra vendetta e perdono, dandoci da masticare una storia intrigante e piena di spunti.

In "The Dead Don’t Hurt" ci imbattiamo in un cast e produzione di prima categoria. Accanto a Mortensen troviamo stelle montanti e talenti affermati: Solly McLeod, Garret Dillahunt, W. Earl Brown, Danny Huston, Shane Graham e Rafel Plana aggiungono colore al film. Ogni performance si lega alla prossima in un mosaico che transcende l'individuo.

La distribuzione del film in Nord America è affidata a Shout! Studios, un biglietto da visita che fa promesse di un'uscita grandiosa. L'attesa è terminata: il trailer ufficiale è disponibile online, fornendo un assaggio amaro di questo film che sbaraglia la tradizione e rispolvera il vecchio e caro western.

"The Dead Don’t Hurt" non è solo un film che rompe gli schemi dei cowboy classici. è anche un tuffo in questioni profonde come la vendetta e il perdono, tutto sotto il segno di una prospettiva femminista. Viggo Mortensen ha dedicato anima e corpo a questo progetto, dimostrando di essere molto più che un attore – è uno storyteller completo. Il cast stellare, con nomi come Vicky Krieps, impone alte aspettative su questo lavoro, anticipando momenti intensi e un'interpretazione memorabile. Non vediamo l'ora di scoprire il prodotto finale e l'impressione che lascerà sul grande pubblico.

E adesso passiamo la parola a te: sei già sul bordo della poltrona, pronto per questo western rivoluzionario? Oppure ti attira qualcosa di specifico di "The Dead Don’t Hurt"? Dividi con noi la tua anticipazione e i tuoi pensieri!

"La vendetta è una giustizia selvaggia", scriveva Francis Bacon, e sembra proprio che Viggo Mortensen abbia fatto propria questa massima nel suo ultimo lavoro "The Dead Don’t Hurt". Con un trailer che lascia presagire un'atmosfera densa di pathos, Mortensen non si limita a riportare in auge il genere western, ma lo fa con una chiave di lettura moderna e provocatoria. La scelta di una protagonista femminile, Vicky Krieps, in un contesto storico così maschilista come quello del Far West, non è solo una scelta artistica, ma un chiaro segnale di un'evoluzione necessaria nella rappresentazione cinematografica. In un'epoca in cui il dibattito sulla parità di genere è più acceso che mai, Mortensen sembra voler lanciare un messaggio potente attraverso il grande schermo: la vendetta e il perdono non sono solo temi maschili, ma umani. E la donna, spesso vista come vittima o comprimaria, qui si impone come protagonista di una storia d'amore e di conflitto, in cui la sua voce non solo si alza, ma riecheggia forte tra i canyon della giustizia.

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