Rischio multa da 1000€ per chi abbandona il lavoro: ecco la nuova regola che fa tremare!
Quando i colleghi "spariscono", il lavoro ne risente e sembra che non tutti prendano sul serio gli impegni presi. Ma cosa succede quando le assenze diventano un vero e proprio problema e quali sono le contromisure adottate?
L'assenteismo è un vero e proprio malcostume che affligge diversi ambienti lavorativi, creando imbarazzo e spesso indignazione tra chi, invece, si impegna quotidianamente. Se ne parla tanto, soprattutto quando si scoprono casi eclatanti di dipendenti che non si fanno vedere in ufficio per giorni, settimane o addirittura mesi, ma il loro stipendio arriva puntuale come un orologio svizzero.
Non è solo una questione di cronaca o di clamore dei casi più estremi; anche le assenze più brevi o quelle ditte "tattiche" gettano ombre sul rispetto dovuto tra colleghi e sull'etica professionale. E dunque, che cosa sta venendo fatto per tenere a bada gli assenteisti incalliti?
I deputati regionali siciliani e il cartellino rosso
A quanto pare, la Sicilia si è stancata di questa situazione e ha deciso che è arrivato il tempo di dire basta. Non è un pettegolezzo da bar, ma pare che alcuni deputati dell'Assemblea regionale non brillino nelle presenze, soprattutto quando si tratta di votazioni importanti. Pare che il Consiglio di Presidenza abbia pensato bene di far partire delle sanzioni esemplari, proprio per dare un segnale forte.
Dal 1° maggio, e non è uno scherzo, scatterà un nuovo sistema che metterà mano al portafoglio di chi pensava di poter farla franca. Il presidente dell'Assemblea, tale Gaetano Galvagno, ha deciso che se ti becca a marinare senza un perché valido, ti tocca pagare 180 euro. E sì, questa sommetta verrà gentilmente sottratta dalle indennità mensili, così per essere chiari e trasparenti.
L'importanza del dovere
Che poi, diciamocelo, la serietà e l'impegno sul lavoro dovrebbero essere la base, non un optional. L'assenteismo può fare una brutta piega con la produttività del team e l'ambiente lavorativo può diventare una giungla. Queste misure sono pensate proprio per questo: per tenere tutti sulla retta via.
Mentre si aspetta di vedere se tutto questo darà i suoi frutti, è bene che ogni lavoratore si guardi dentro e mediti sull'importanza di essere presenti e dare il proprio contributo. Alla fine, essere professionali e impegnati fa bene a tutti, cresce la persona e l'intero gruppo di lavoro.
E poi parliamoci chiaro, vedere deputati o chi per essi prendere sul serio il proprio lavoro e rispettare le regole fa sempre un certo effetto. La Sicilia, con questa mossa, sembra voler mettere tutti in riga, sperando che la partecipazione e l'attenzione alle questioni istituzionali diventino finalmente priorità.
Certo, ogni situatione è unica e servono soluzioni su misura. La chiave è sempre la comunicazione, per trovare la strada giusta senza dimenticare il benessere di chi lavora.
E voi, cari lettori, avete mai avuto a che fare con l'assenteismo sul posto di lavoro?
"Chi non lavora, non fa l'amore", cantava Adriano Celentano, ma forse oggi potremmo aggiornare il detto in "chi non lavora, non solo non fa l'amore, ma paga pure". L'assenteismo, questa piaga del mondo lavorativo, ha radici profonde e spesso si nutre di un senso di impunità che sembra dilagare in alcuni settori. Ma l'esempio della decisione presa dall'Assemblea siciliana ci dimostra che il cambiamento è possibile, che la responsabilità e il rispetto delle regole sono valori ancora vivi e che, soprattutto, possono essere riaffermati con decisioni concrete. L'introduzione di multe per i deputati regionali assenti è un segnale forte, un monito a non prendere sottogamba gli impegni assunti verso la collettività. In un'epoca in cui la fiducia nei confronti della classe politica è spesso messa a dura prova, gesti come questi possono rappresentare un piccolo, ma significativo, passo verso il recupero di quella credibilità tanto necessaria per il buon funzionamento delle nostre istituzioni. La speranza è che questa iniziativa possa essere un deterrente efficace e che possa ispirare altri contesti lavorativi, perché il lavoro è un dovere, ma anche un diritto, e come tale va onorato.